“Pedalare è un bellissimo verbo di movimento: ci sono i piedi come radice, ci sono le ali come suffisso, e c’è lo stesso infinito – are – di andare e volare, ma anche di pensare e immaginare, disegnare ed organizzare.”
La mente, il cuore, le mani
Per chi non lo conoscesse, Ernesto Colnago rappresenta la prova vivente di genio applicato al ciclismo.
Sia per estro che intelletto, le sue parole d’introduzione spiegano come sia riuscito ad elevare l’arte delle due ruote a poesia, frutto del lavoro di una vita distinta da abnegazione totale unita a vero e proprio sentimentalismo.
Colnago ha plasmato un concetto di bicicletta totalmente rivoluzionario, introducendo non solo idee che avrebbero cambiato nel corso degli anni il modello stesso di velocipede portandolo a livelli mai visti prima, ma riuscendo anche e soprattutto a trasmettere col suo lavoro e le sue testimonianze un amore e una passione verso questo “miracolo della tecnologia, oggetto del desiderio, un’opera d’arte” come da lui definita.
Lo sforzo muscolare, la fatica, i crampi della fame, il sole, la pioggia battente, ma anche i paesaggi, i panorami, l’aria che accarezza il viso, l’inappagabile serotonina che accompagna la fine di un giro, il benessere psicologico che pervade il corpo al termine della giornata.
E’ grazie ad una bici se con lo sguardo impariamo a conoscere il mondo, percorrendo vicoli cittadini per fermarsi alla vista di uno scorcio sconosciuto in far d’Arno, scalando il tortuoso Pratomagno con la melodia dei ruscelli a dettare il passo, serpeggiando fra vigneti del Chianti alla ricerca dell’ebbrezza di una verde discesa.

Il lato sentimentale ha da sempre giocato un ruolo centrale negli appassionati delle due ruote, non di rado stilnovisti nei confronti della “compagna”.
Quanto detto si potrebbe definire un eufemismo, ma buona parte dei ciclisti raggiunge un’autentica ossessione verso il proprio sport tanto da convincersi di essere gli unici depositari di reale ed autentica passione sportiva, tenendosi sempre pronti per darne prova tangibile in qualsiasi contesto essi si trovino.
Rivoluzione “green”
Toni più lievi, ma quantomeno euforici, emergono anche in coloro che fanno della bicicletta una necessità.
Nel corso degli ultimi anni il mercato globale della bicicletta è esploso (con una crescita di quasi il 50% dal 2019 al 2020) soprattutto grazie al coinvolgimento di gran parte della popolazione neofita alla disciplina.
In funzione degli incentivi erogati dallo Stato a seguito della pandemia da Covid-19, il mercato della mobilità verde si è visto impennare non solo grazie all’acquisto delle biciclette, ma anche delle e-bike.
Già da qualche anno le amministrazioni comunali di molti centri urbani si sono mosse col fine di promuovere la mobilità verde tramite il noleggio di biciclette via app (Mobike, BikeSquare, Rent&Fit ecc..), ma sia per motivi economici come per gli incentivi sovra citati, che per motivi etico-ambientali riguardo il massivo inquinamento prodotto da mezzi di trasporto a combustibili fossili, gran parte della popolazione ha sfruttato il momento per acquistare un mezzo a zero emissioni, compiendo un cambiamento radicale nei confronti dei propri usi ed abitudini.
Nella città di Bergamo è attualmente in corso un progetto denominato “Ti premiamo per andare in bici”, il cui obiettivo prevede la retribuzione fino a 2 euro al giorno per chi sceglie di andare a lavoro o a scuola in bicicletta. In un’ottica di mobilità verde, la sperimentazione figura come strumento incentivante la comunità e, allo stesso tempo, favorisce lo sviluppo di una “cultura green” in modo da comprendere ragazzi ed adulti in egual misura.
Prospettive future
Nel contesto di profonde riflessioni riguardo il cambiamento climatico, la bicicletta si pone come elemento chiave nel processo di transizione ecologica.
Va da sè che il mezzo in quanto tale non è sufficiente per compiere il cambiamento desiderato: l’Italia figura come maggiore produttore europeo di biciclette (3,2 milioni di pezzi fabbricati nel 2021), ma a livello di infrastrutture c’è ancora molta strada da fare.

All’interno del quadro descritto assume un ruolo cruciale il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), all’interno del quale troviamo 1 miliardo di euro destinato allo sviluppo di piste ciclabili urbane e turistiche tale da ampliarne la viabilità di 1800 km.
La prospettiva attuale pone le basi per un processo di cambiamento ambizioso quanto mai necessario: l’Earth Overshoot Day (EOD) è andato col tempo riducendosi, passando dagli anni nei quali il pianeta Terra non ha avuto un overshoot di risorse (1969-1970), fino al peggiore registrato (2018) con il consumo di risorse messe a disposizione dalla biocapacità terrestre alla data del 25 Luglio.
Il quadro delineato presuppone che gli interventi descritti siano solo il primo di molti passi verso una rivoluzione green. La promozione della mobilità verde deve essere incentivata, previa la realizzazione di un’adeguata urbanistica a carattere nazionale, a partire dalle scuole fino ad arrivare ai luoghi di lavoro, prendendo esempio da progetti come quello di Bergamo.
Lavorare col pensiero rivolto alle prossime generazioni. Nella speranza di un futuro in cui non sentirsi dire:
“Siamo vivi, okay, ma a quale condizione?”

“Il ciclismo mi ha dato tanto, ma io al ciclismo ho dato tutto. Studiate e fate fatica, perché tra il dire e il fare non c’è il mare, c’è la fatica.”
Ernesto Colnago
Commenti
Sempre molto interessante.